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EPIFANIA del SIGNORE 2013

[dall'Omelia di Benedetto XVI]

Cari fratelli e sorelle!

Per la Chiesa credente ed orante, i Magi d’Oriente che, sotto la guida della stella, hanno trovato la via verso il presepe di Betlemme sono solo l’inizio di una grande processione che pervade la storia. Per questo, la liturgia legge il Vangelo che parla del cammino dei Magi insieme con le splendide visioni profetiche di Isaia 60 e del Salmo 72, che illustrano con immagini audaci il pellegrinaggio dei popoli verso Gerusalemme. Come i pastori che, quali primi ospiti presso il Bimbo neonato giacente nella mangiatoia, personificano i poveri d’Israele e, in genere, le anime umili che interiormente vivono molto vicino a Gesù, così gli uomini provenienti dall’Oriente personificano il mondo dei popoli, la Chiesa dei gentili – gli uomini che attraverso tutti i secoli si incamminano verso il Bambino di Betlemme, onorano in Lui il Figlio di Dio e si prostrano davanti a Lui. La Chiesa chiama questa festa “Epifania” – l’apparizione, la comparsa del Divino. Se guardiamo il fatto che, fin da quell’inizio, uomini di ogni provenienza, di tutti i Continenti, di tutte le diverse culture e tutti i diversi modi di pensiero e di vita sono stati e sono in cammino verso Cristo, possiamo dire veramente che questo pellegrinaggio e questo incontro con Dio nella figura del Bambino è un’Epifania della bontà di Dio e del suo amore per gli uomini (cfr Tt 3,4).

....(vedere discorso integrale)....

I Magi hanno seguito la stella, e così sono giunti fino a Gesù, alla grande Luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (cfr Gv 1,9). Come pellegrini della fede, i Magi sono diventati essi stessi stelle che brillano nel cielo della storia e ci indicano la strada. I santi sono le vere costellazioni di Dio, che illuminano le notti di questo mondo e ci guidano. San Paolo, nella Lettera ai Filippesi, ha detto ai suoi fedeli che devono risplendere come astri nel mondo (cfr 2,15).

Cari amici, ciò riguarda anche noi. Ciò riguarda soprattutto voi che, in quest’ora, sarete ordinati Vescovi della Chiesa di Gesù Cristo. Se vivrete con Cristo, a Lui nuovamente legati nel Sacramento, allora anche voi diventerete sapienti. Allora diventerete astri che precedono gli uomini e indicano loro la via giusta della vita. In quest’ora noi tutti qui preghiamo per voi, affinché il Signore vi ricolmi con la luce della fede e dell’amore. Affinché quell’inquietudine di Dio per l’uomo vi tocchi, perché tutti sperimentino la sua vicinanza e ricevano il dono della sua gioia. Preghiamo per voi, affinché il Signore vi doni sempre il coraggio e l’umiltà della fede. Preghiamo Maria che ha mostrato ai Magi il nuovo Re del mondo (Mt 2,11), affinché ella, quale Madre amorevole, mostri Gesù Cristo anche a voi e vi aiuti ad essere indicatori della strada che porta a Lui. Amen.

 

Anniversari di Matrimonio

Sabato 8 Dicembre durante la Messa delle 11:30 ci sarà la celebrazione comunitaria degli anniversari di matrimonio

( 5°, 10°, 15° ecc...anno di matrimonio ). Le adesioni vanno date al parroco entro Novembre.Alla cerimonia seguirà il pranzo presso il "ristorante Gigetto".

 

La Festa della Famiglia si svolgerà per le vie di Osimo

scarica il manifesto scarica il volantino

Alle ore 9:00 accoglienza per le famiglie in piazza Marconi (presso il teatro La Nuova Fenice);

Ore 9:30 TAVOLA ROTONDA SUL TEMA presso il Teatro. Interverranno il Prof. Giancarlo Galeazzi; Giancarlo Trapanese e il Prof. Camillo Regalia dell'Università Cattolica di Milano.

Ore 12:15 Santa Messa presieduta dall'Arcivescovo Edoardo Menichelli (presso la Basilica di San giuseppe da Copertino)

Ore 13:30 Pranzo insieme: primo e bevande offerte dall'organizzazione (presso il chiostro della Basilica di San Giuseppe)

Ore 14:30 INSIEME IN FAMIGLIA: concorso a premi "La Cucchiara d'oro"; canti e giochi con la Varano's Band (Chiostro della Basilica di San Giuseppe);

Ore 16:30 Preghiera della famiglia (Chiostro di San Giuseppe);

ORE 17:00 FESTA MEDIEVALE "Gruppo La Contesa dello Stivale di Filottrano" (Piazza del Comune)

Sarà garantita l'animazione dei Bambini per tutta la giornata.

ANNULLO FILATELICO : durante la festa sarà possibile acquistare la cartolina in ricordo della giornata con l'annullo filatelico. Piazza Marconi (orario 9:00-12:00); Piazza del Comune (orario 16:00-19:00);

MOSTRA FILATELICA "I sette Papi nella filatelia" allestita dall'Ass. Filatelico-Numismatica "Giannetto Canapa" di Osimo. Dal 8 al 23 Settembre presso il Centro Attività Culturali San Silvestro (orario 10:00-12:00/ 17:30-19:30);

CONCORSO A PREMI "La Cucchiara d'Oro" in collaborazione con la Società Operaia di Osimo. Gara di dolci fatti in casa preparati dalle famiglie (Chiostro di San Giuseppe);

INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA "La Famiglia in Uganda" aperta fino al 23 Settembre (Chiostro di San Giuseppe);

PESCA DI BENEFICENZA organizzata dal Centro Missioni Onlus per il progetto Latte= Vita, distribuzione di latte a mamme sieropositive della Missione di Gulu, Nord Uganda.

San Bernardino da Siena Sacerdote

(20 maggio)

Canonizzato nel 1450, cioè a soli sei anni dalla morte, era nato nel 1380 a Massa Marittima, dalla nobile famiglia senese degli Albizzeschi. Rimasto orfano dei genitori in giovane età fu allevato a Siena da due zie. Frequentò lo Studio senese fino a ventidue anni, quando vestì l'abito francescano. In seno all'ordine divenne uno dei principali propugnatori della riforma dei francescani osservanti. Banditore della devozione al santo nome di Gesù, ne faceva incidere il monogramma «YHS» su tavolette di legno, che dava a baciare al pubblico al termine delle prediche. Stenografati con un metodo di sua invenzione da un discepolo, i discorsi in volgare di Bernardino sono giunte fino a noi. Aveva parole durissime per quanti «rinnegano Iddio per un capo d'aglio» e per «le belve dalle zanne lunghe che rodono le ossa del povero». Anche dopo la sua morte, avvenuta alla città dell'Aquila, nel 1444, Bernardino continuò la sua opera di pacificazione. Era infatti giunto morente in questa città e non poté tenervi il corso di prediche che si era prefisso. Persistendo le lotte tra le opposte fazioni, il suo corpo dentro la bara cominciò a versare sangue e il flusso si arrestò soltanto quando i cittadini dell'Aquila si rappacificarono. (Avvenire)

 

Il trigramma del Nome di Gesù
Affinché la sua predicazione non fosse dimenticata facilmente, Bernardino con profondo intuito psicologico, la riassumeva nella devozione al Nome di Gesù e per questo inventò un simbolo dai colori vivaci che veniva posto in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle famiglie e delle varie corporazioni spesso in lotta tra loro.

Il trigramma del nome di Gesù, divenne un emblema celebre e diffuso in ogni luogo, sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena campeggia enorme e solenne, opera dell’orafo senese Tuccio di Sano e di suo figlio Pietro, ma lo si ritrova in ogni posto dove Bernardino e i suoi discepoli abbiano predicato o soggiornato.
Qualche volta il trigramma figurava sugli stendardi che precedevano Bernardino, quando arrivava in una nuova città per predicare e sulle tavolette di legno che il santo francescano poggiava sull’altare, dove celebrava la Messa prima dell’attesa omelia, e con la tavoletta al termine benediceva i fedeli.Il trigramma fu disegnato da Bernardino stesso, per questo è considerato patrono dei pubblicitari; il simbolo consiste in un sole raggiante in campo azzurro, sopra vi sono le lettere IHS che sono le prime tre del nome Gesù in greco (ma si sono date anche altre spiegazioni, come l’abbreviazione di “In Hoc Signo (vinces)”, il motto costantiniano, oppure di “Iesus Hominum Salvator”.
Ad ogni elemento del simbolo, Bernardino applicò un significato; il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole, e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità.
Il calore del sole è diffuso dai raggi, ed ecco allora i dodici raggi serpeggianti cioè i dodici Apostoli e poi da otto raggi diretti che rappresentano le beatitudini; la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha termine, il celeste dello sfondo è simbolo della fede; l’oro dell’amore.
Bernardino allungò anche l’asta sinistra dell’H, tagliandola in alto per farne una croce, in alcuni casi la croce è poggiata sulla linea mediana dell’H.
Il significato mistico dei raggi serpeggianti era espresso in una litania: 1° rifugio dei penitenti; 2° vessillo dei combattenti; 3° rimedio degli infermi; 4° conforto dei sofferenti; 5° onore dei credenti; 6° gioia dei predicanti; 7° merito degli operanti; 8° aiuto dei deficienti; 9° sospiro dei meditanti; 10° suffragio degli oranti; 11° gusto dei contemplanti; 12° gloria dei trionfanti.
Tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera ai Filippesi di San Paolo: “Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”.
Il trigramma bernardiniano ebbe un gran successo, diffondendosi in tutta Europa, anche s. Giovanna d’Arco volle ricamarlo sul suo stendardo e più tardi fu adottato anche dai Gesuiti.
Diceva s. Bernardino: “Questa è mia intenzione, di rinnovare e chiarificare il nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”, spiegando che, mentre la croce evocava la Passione di Cristo, il suo nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell’Ascensione.
In effetti ribadiva la devozione già presente in san Paolo e durante il Medioevo in alcuni Dottori della Chiesa e in s. Francesco d’Assisi, inoltre tale devozione era praticata in tutto il Senese, pochi decenni prima dai Gesuati, congregazione religiosa fondata nel 1360 dal senese beato Giovanni Colombini, dedita all’assistenza degli infermi e così detti per il loro ripetere frequente del nome di Gesù.
Quindi la novità di s. Bernardino fu di offrire come oggetto di devozione le iniziali del nome di Gesù, attorniato da efficaci simbolismi, secondo il gusto dell’epoca, amante di stemmi, armi, simboli.
L’uso del trigramma, comunque gli procurò accuse di eresie e idolatria, specie dagli Agostiniani e Domenicani, e Bernardino da Siena subì ben tre processi, nel 1426, 1431, e 1438, dove il francescano poté dimostrare la sua limpida ortodossia, venendo ogni volta assolto con il favore speciale di papa Eugenio IV, che lo definì “il più illustre predicatore e il più irreprensibile maestro, fra tutti quelli che al presente evangelizzano i popoli in Italia e fuori”.

Messa di Natale in San Pietro

L'omelia di Benedetto XVI: "Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci invita all'umiltà e alla semplicità".E poi: "In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fà che i bastoni dell'aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati". Ratzinger ha invitato a pregare anche per i migranti [leggi l'omelia completa]


ROMA - Benedetto XVI è entrato nella basilica di San Pietro, dove questa sera celebra la messa della notte di Natale. Il Papa ha fatto ingresso nella navata in processione trasportato, come avviene da qualche tempo, sulla "pedana mobile", dispositivo che gli evita la fatica del percorso a piedi e anche possibili aggressioni come quella avvenuta due anni or sono, proprio la notte di Natale, da parte dell'italo-svizzera Susanna Maiolo.

Questa sera il Papa ha concelebrato la messa con 30 cardinali. A mezzogiorno, affacciandosi dalla loggia centrale della basilica, rivolgerà il tradizionale messaggio natalizio e impartirà la benedizione "Urbi et Orbi".

Vestito con i paramenti dorati delle occasioni più solenni, il Pontefice, acclamato dalla folla che gremisce la basilica, ha percorso la navata benedicendo i presenti. Quindi, sceso dalla "pedana mobile", è salito all'altare della Confessione per dare inizio alla liturgia.

"Oggi il Natale è diventato una festa dei negozi, il cui luccichio abbagliante nasconde il mistero dell'umiltà di Dio, la quale ci invita all'umiltà e alla semplicità". E' il monito pronunciato dal Papa durante la messa di Natale in San Pietro. "Preghiamo il Signore di aiutarci ad attraversare con lo sguardo le facciate luccicanti di questo tempo - ha aggiunto - fino a trovare dietro di esse il bambino nella stalla di Betlemme, per scoprire così la vera gioia e la vera luce".

"Chi oggi vuole entrare nella chiesa della Natività di Gesù a Betlemme - ha ricordato il Pontefice nell'omelia -, scopre che il portale, che un tempo era alto cinque metri e mezzo e attraverso il quale gli imperatori e i califfi entravano nell'edificio, è stato in gran parte murato. E' rimasta soltanto una bassa apertura di un metro e mezzo. L'intenzione era probabilmente di proteggere meglio la chiesa contro eventuali assalti, ma soprattutto di evitare che si entrasse a cavallo nella casa di Dio".

"Chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi - ha proseguito -. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione 'illuminata'".

Secondo papa Ratzinger, quindi, "dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di san Francesco - il cammino verso quell'estrema semplicità esteriore ed interiore che rende il cuore capace di vedere". "Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per così dire, a piedi - ha aggiunto -, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell'umiltà di un bimbo appena nato". "Celebriamo così liturgia di questa Notte santa - è stato l'invito del Pontefice - e rinunciamo a fissarci su ciò che è materiale, misurabile e toccabile. Lasciamoci rendere semplici da quel Dio che si manifesta al cuore diventato semplice".

Benedetto XVI ha pregato per la pace. "Amiamo il Tuo essere bambino, la Tua non violenza, ma soffriamo per il fatto che la violenza perdura nel mondo", ha detto sulla venuta di Dio nel Natale. "Dimostra la Tua potenza, o Dio - ha aggiunto -. In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fà che i bastoni dell'aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, così che la Tua pace vinca in questo nostro mondo".

"Preghiamo in quest'ora anzitutto anche per tutti coloro che devono vivere il Natale in povertà, nel dolore, nella condizione di migranti, affinchè appaia loro un raggio della bontà di Dio". E' l'esortazione che Benedetto XVI ha rivolto ai fedeli al termine dell'omelia nella messa della notte di Natale da lui presieduta nella basilica di San Pietro.

Benedetto XVI ha concluso la celebrazione della messa della notte di Natale nella basilica vaticana. Mentre il coro della Cappella Sistina intonava il tradizionale canto natalizio "Tu scendi dalle stelle", e mentre l'immagine del Bambino Gesù veniva collocata nel presepe all'interno della basilica, il Papa ha ripercorso la navata sempre trasportato sulla "pedana mobile" e applaudito dalla folla dei fedeli. Ha quindi sostato dinanzi al presepe per un momento di venerazione, prima di uscire dalla basilica. [Repubblica 24 dicembre 2011]

 

 

Catechesi di Benedetto XVI sulla Commemorazione dei Defunti

Cari fratelli e sorelle!

Dopo avere celebrato la Solennità di Tutti i Santi, la Chiesa ci invita oggi a commemorare tutti i fedeli defunti, a volgere il nostro sguardo a tanti volti che ci hanno preceduto e che hanno concluso il cammino terreno. Nell’Udienza di questo giorno, allora, vorrei proporvi alcuni semplici pensieri sulla realtà della morte, che per noi cristiani è illuminata dalla Risurrezione di Cristo, e per rinnovare la nostra fede nella vita eterna.

Come già dicevo ieri all’Angelus, in questi giorni ci si reca al cimitero per pregare per le persone care che ci hanno lasciato, quasi un andare a visitarle per esprimere loro, ancora una volta, il nostro affetto, per sentirle ancora vicine, ricordando anche, in questo modo, un articolo del Credo: nella comunione dei santi c’è uno stretto legame tra noi che camminiamo ancora su questa terra e tanti fratelli e sorelle che hanno già raggiunto l’eternità.

Da sempre l’uomo si è preoccupato dei suoi morti e ha cercato di dare loro una sorta di seconda vita attraverso l’attenzione, la cura, l’affetto. In un certo modo si vuole conservare la loro esperienza di vita; e, paradossalmente, come essi hanno vissuto, che cosa hanno amato, che cosa hanno temuto, che cosa hanno sperato e che cosa hanno detestato, noi lo scopriamo proprio dalle tombe, davanti alle quali si affollano ricordi. Esse sono quasi uno specchio del loro mondo.

Perché è così? Perché, nonostante la morte sia spesso un tema quasi proibito nella nostra società, e vi sia il tentativo continuo di levare dalla nostra mente il solo pensiero della morte, essa riguarda ciascuno di noi, riguarda l’uomo di ogni tempo e di ogni spazio. E davanti a questo mistero tutti, anche inconsciamente, cerchiamo qualcosa che ci inviti a sperare, un segnale che ci dia consolazione, che si apra qualche orizzonte, che offra ancora un futuro. La strada della morte, in realtà, è una via della speranza e percorrere i nostri cimiteri, come pure leggere le scritte sulle tombe è compiere un cammino segnato dalla speranza di eternità.

Ma ci chiediamo: perché proviamo timore davanti alla morte? Perché l’umanità, in una sua larga parte, mai si è rassegnata a credere che al di là di essa non vi sia semplicemente il nulla? Direi che le risposte sono molteplici: abbiamo timore davanti alla morte perché abbiamo paura del nulla, di questo partire verso qualcosa che non conosciamo, che ci è ignoto. E allora c’è in noi un senso di rifiuto perché non possiamo accettare che tutto ciò che di bello e di grande è stato realizzato durante un’intera esistenza, venga improvvisamente cancellato, cada nell’abisso del nulla. Soprattutto noi sentiamo che l’amore richiama e chiede eternità e non è possibile accettare che esso venga distrutto dalla morte in un solo momento.

Ancora, abbiamo timore davanti alla morte perché, quando ci troviamo verso la fine dell’esistenza, c’è la percezione che vi sia un giudizio sulle nostre azioni, su come abbiamo condotto la nostra vita, soprattutto su quei punti d’ombra che, con abilità, sappiamo spesso rimuovere o tentiamo di rimuovere dalla nostra coscienza. Direi che proprio la questione del giudizio è spesso sottesa alla cura dell’uomo di tutti i tempi per i defunti, all’attenzione verso le persone che sono state significative per lui e che non gli sono più accanto nel cammino della vita terrena. In un certo senso i gesti di affetto, di amore che circondano il defunto, sono un modo per proteggerlo nella convinzione che essi non rimangano senza effetto sul giudizio. Questo lo possiamo cogliere nella maggior parte delle culture che caratterizzano la storia dell’uomo.

Oggi il mondo è diventato, almeno apparentemente, molto più razionale, o meglio, si è diffusa la tendenza a pensare che ogni realtà debba essere affrontata con i criteri della scienza sperimentale, e che anche alla grande questione della morte si debba rispondere non tanto con la fede, ma partendo da conoscenze sperimentabili, empiriche. Non ci si rende sufficientemente conto, però, che proprio in questo modo si è finiti per cadere in forme di spiritismo, nel tentativo di avere un qualche contatto con il mondo al di là della morte, quasi immaginando che vi sia una realtà che, alla fine, sarebbe una copia di quella presente.

Cari amici, la solennità di tutti i Santi e la Commemorazione di tutti i fedeli defunti ci dicono che solamente chi può riconoscere una grande speranza nella morte, può anche vivere una vita a partire dalla speranza. Se noi riduciamo l’uomo esclusivamente alla sua dimensione orizzontale, a ciò che si può percepire empiricamente, la stessa vita perde il suo senso profondo. L’uomo ha bisogno di eternità ed ogni altra speranza per lui è troppo breve, è troppo limitata. L’uomo è spiegabile solamente se c’è un Amore che superi ogni isolamento, anche quello della morte, in una totalità che trascenda anche lo spazio e il tempo. L’uomo è spiegabile, trova il suo senso più profondo, solamente se c’è Dio. E noi sappiamo che Dio è uscito dalla sua lontananza e si è fatto vicino, è entrato nella nostra vita e ci dice: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore vivrà; chiunque vive e crede in me non morirà in eterno» (Gv 11,25-26).

Pensiamo un momento alla scena del Calvario e riascoltiamo le parole che Gesù, dall’alto della Croce, rivolge al malfattore crocifisso alla sua destra: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso» (Lc 23,43). Pensiamo ai due discepoli sulla strada di Emmaus, quando, dopo aver percorso un tratto di strada con Gesù Risorto, lo riconoscono e partono senza indugio verso Gerusalemme per annunciare la Risurrezione del Signore (cfr Lc 24,13-35). Alla mente ritornano con rinnovata chiarezza le parole del Maestro: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no non vi avrei mai detto: "Vado a prepararvi un posto"?» (Gv 14,1-2). Dio si è veramente mostrato, è diventato accessibile, ha tanto amato il mondo «da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16), e nel supremo atto di amore della Croce, immergendosi nell’abisso della morte, l’ha vinta, è risorto ed ha aperto anche a noi le porte dell’eternità. Cristo ci sostiene attraverso la notte della morte che Egli stesso ha attraversato; è il Buon Pastore, alla cui guida ci si può affidare senza alcuna paura, poiché Egli conosce bene la strada, anche attraverso l’oscurità.

Ogni domenica, recitando il Credo, noi riaffermiamo questa verità. E nel recarci ai cimiteri a pregare con affetto e con amore per i nostri defunti, siamo invitati, ancora una volta, a rinnovare con coraggio e con forza la nostra fede nella vita eterna, anzi a vivere con questa grande speranza e testimoniarla al mondo: dietro il presente non c’è il nulla. E proprio la fede nella vita eterna dà al cristiano il coraggio di amare ancora più intensamente questa nostra terra e di lavorare per costruirle un futuro, per darle una vera e sicura speranza. Grazie.

 

 

Discorsi di Benedetto XVI durante alla chiusura del XXV Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona

Dall'Omelia durante la Messa alla Fincantieri: “...non c’e’ nulla di autenticamente umano che non trovi nell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza: nutrirsi di Cristo e’ la via per non restare estranei o indifferenti alle sorti dei fratelli, ma entrare nella stessa logica di amore e di dono del sacrificio della Croce; chi sa inginocchiarsi davanti all’Eucaristia, chi riceve il corpo del Signore non può non essere attento, nella trama ordinaria dei giorni, alle situazioni indegne dell’uomo, e sa piegarsi in prima persona sul bisognoso, sa spezzare il proprio pane con l’affamato, condividere l’acqua con l’assetato, rivestire chi e’ nudo, visitare l’ammalato e il carcerato”.
Dunque, “una spiritualità eucaristica “e’ vero antidoto all’individualismo e all’egoismo che spesso caratterizzano la vita quotidiana, porta alla riscoperta della gratuità, della centralità delle relazioni, a partire dalla famiglia, con particolare attenzione a lenire le ferite di quelle disgregate”. “Una spiritualità eucaristica - ha continuato - ci aiuterà anche ad accostare le diverse forme di fragilità umana consapevoli che esse non offuscano il valore della persona, ma richiedono prossimità, accoglienza e aiuto”.

“Dal Pane della vita - e’ stato l’auspicio di Joseph Ratzinger, colpito dalla straordinaria vitalità mostrata dalla Chiesa Italiana in questa grande kermesse che per otto giorni ha coinvolto (e invaso) cinque città delle Marche - trarrà vigore una rinnovata capacità educativa, attenta a testimoniare i valori fondamentali dell’esistenza, del sapere, del patrimonio spirituale e culturale; la sua vitalità ci farà abitare la città degli uomini con la disponibilità a spenderci nell’orizzonte del bene comune per la costruzione di una società più equa e fraterna”. “Cari amici - ha detto agli oltre 100 mila fedeli presenti - ripartiamo da questa terra marchigiana con la forza dell’Eucaristia in una costante osmosi tra il mistero che celebriamo e gli ambiti del nostro quotidiano”. “La vita quotidiana - e’ stato l’auspicio conclusivo del Papa - diventi dunque luogo del culto spirituale, per vivere in tutte le circostanze il primato di Dio”. [leggi l'omelia integrale]

 

Dall'incontro con le Famiglie ed i Sacerdoti a San Ciriaco:

“Rendete protagonista la famiglia nell’azione pastorale”. E’ questo il messaggio che, quasi al termine del suo viaggio ad Ancona, Benedetto XVI ha voluto affidare oggi alla Chiesa Italiana, che ha affrontato il tema della crisi della famiglia. L’esortazione del Papa e’ stata quello di non lasciare sole le famiglie. “Incoraggiate i coniugi, condividetene - ha chiesto nella cattedrale di San Ciriaco gremita - le responsabilità educative, aiutateli a rinnovare continuamente la grazia del loro matrimonio. Siate accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno”. La famiglia è “bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società”, per la Chiesa cattolica, ha continuato il Pontefice. Missione della famiglia, ha detto Benedetto XVI, è quella di “testimoniare e rendere presente” l’amore di Cristo per l’umanità “a servizio della comunità, per l`edificazione del Popolo di Dio".
"Questa prospettiva - ha proseguito il Papa - consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera come mera destinataria dell'azione pastorale. E’ vero che, in questa stagione difficile, essa necessita di particolari attenzioni. Non per questo, però, ne va sminuita l`identità e mortificata la specifica responsabilità. La famiglia - ha detto il Papa - è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa”.
Il Papa invita i sacerdoti ad accogliere “quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno”. “Incoraggiate i coniugi, condividetene le responsabilità educative, aiutateli a rinnovare continuamente la grazia del loro matrimonio”, ha detto Benedetto XVI rivolgendosi ai preti. “Rendete protagonista la famiglia nell`azione pastorale. Siate accoglienti e misericordiosi, anche con quanti fanno più fatica ad adempiere gli impegni assunti con il vincolo matrimoniale e con quanti, purtroppo, vi sono venuti meno”.  “Amate i vostri sacerdoti,
esprimete loro l`apprezzamento per il generoso servizio che svolgono.
Sappiate sopportarne anche i limiti, senza mai rinunciare a chiedere loro che siano fra voi ministri esemplari che vi parlano di Dio e che vi conducono a lui”. Rivolgendosi direttamente ai preti il Papa ha detto: “Siate, per quanti sono affidati alla vostra responsabilità, segno della benevolenza e della tenerezza di Gesù: in lui si rende visibile come il Dio che ama la vita non è estraneo o lontano dalle vicende umane, ma è l`amico che mai abbandona. E nei momenti in cui si insinuasse la tentazione che ogni impegno educativo sia vano, attingete dall`eucaristia la luce per rafforzare la fede, sicuri che la grazia e la potenza di Gesù Cristo possono raggiungere l`uomo in ogni situazione, anche la più difficile”.
 [leggi il discorso integrale]

 

Dall'incontro con i Fidanzati in Piazza del Plebiscito:

‘’La diffidenza nei confronti dell’istituto matrimoniale, prolunga il tempo del fidanzamento che non e’ più ‘noviziato’ alla vocazione sponsale ma tempo fruito come esperienza a due’’. Così il vescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli nell’aprire l’incontro tra il papa e i fidanzati questo pomeriggio ad Ancona. ‘’Il tempo del fidanzamento - ha affermato - e’ carico di timori, di incertezze e i giovani fidanzati si sentono soli nell’attraversare le varie tappe del loro cammino’’. E ‘’in questo itinerario, la tentazione di chiudersi e di isolarsi, li porta a volte a non chiedere aiuto e ad affidarsi solo alla propria esperienza.
"Sappiamo quanto pressioni esterne e fragilità interiori spingono i nostri giovani - ha detto il vescovo - a orientarsi verso esperienze di prova, limitate nel tempo o semplicemente ridotte a un fatto privato. Molte coppie che si presentano nelle nostre parrocchie per chiedere di poter celebrare il matrimonio religioso già convivono da molto tempo ed alcune hanno già dei figli. Le pressioni esterne alle quali si accennava, fanno leva sulla paura di instaurare relazioni stabili, sulle particolari condizioni economiche (spesso precarie e incerte), sui legami con le famiglie di origine che condizionano la libertà delle loro scelte’’.
Non e’ sperimentando in anticipo i rapporti sessuali e la vita insieme che i fidanzati si garantiscono un matrimonio felice. “Non pensate - ha detto il Papa a 500 giovani coppie di futuri sposi riunite in piazza Plebiscito - secondo una mentalità diffusa, che la convivenza sia garanzia per il futuro”. “Bruciare le tappe - invece - finisce per ‘bruciare’ l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi e la gradualità nelle espressioni”. Il Papa critica la “apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità” della cultura odierna. Partendo dall’episodio evangelico delle nozze di Cana, Benedetto XVI ha descritto la società attuale utilizzando la metafora della tavola “imbandita di tante cose prelibate” alla quale, però, manca il “vino della festa”. “Appartiene a una cultura priva del vino della festa - ha detto il Papa - l`apparente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la sessualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di comunione di vita e d`amore”. “Manca il vino della festa - ha detto inoltre Benedetto XVI - anche a una cultura che tende a prescindere da chiari criteri morali: nel disorientamento, ciascuno è spinto a muoversi in maniera individuale e autonoma, spesso nel solo perimetro del presente. La frammentazione del tessuto comunitario si riflette in un relativismo che intacca i valori essenziali; la consonanza di sensazioni, di stati d`animo e di emozioni sembra più importante della condivisione di un progetto di vita. Anche le scelte di fondo allora diventano fragili, esposte ad una perenne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressione di libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza”.
  [leggi il discorso integrale]

 

BEATIFICAZIONE DI PAPA WOJTYLA

Dissi ai giovani in quella occasione di “non appiattirsi nella mediocrità”, di “non vivere solo a metà”, ma di “prendere nelle loro mani la propria vita”, per “farne un autentico e personale capolavoro”.

[Giovanni Paolo II Cagliari - Domenica, 20 ottobre 1985]

 

 

"Ora, grazie al Risorto, vale in modo definitivo che la ragione è più forte dell’irrazionalità, la verità più forte della menzogna, l’amore più forte della morte. Celebriamo il primo giorno, perché sappiamo che la linea oscura che attraversa la creazione non rimane per sempre. Lo celebriamo, perché sappiamo che ora vale definitivamente ciò che è detto alla fine del racconto della creazione: 'Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona' (Gen 1,31)".
Benedetto XVI, 23 aprile 2011

 

 

..."E’ sempre vivo anche oggi il bisogno di dimorare in una comunità fraterna dove, ad esempio, parrocchia e comune siano ad un tempo artefici di un modus vivendi giusto e solidale, pur in mezzo a tutte le tensioni e sofferenze della vita moderna. La molteplicità dei soggetti, delle situazioni, non è in contraddizione con l’unità della Nazione, che è richiamata dal 150° anniversario che si sta celebrando. Unità e pluralità sono, a diversi livelli, compreso quello ecclesiologico, due valori che si arricchiscono mutuamente, se vengono tenuti nel giusto e reciproco equilibrio. Due principi che consentono questa armonica compresenza tra unità e pluralità sono quelli di sussidiarietà e di solidarietà, tipici dell’insegnamento sociale della Chiesa. Tale dottrina sociale ha come oggetto verità che non appartengono solo al patrimonio del credente, ma sono razionalmente accessibili da ogni persona."... [Benedetto XVI, discorso all'ANCI del 12 marzo 2011]

 

EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO

Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020

 

 scarica il documento della CEI

guarda il servizio televisivo!!!
 

i Vescovi italiani hanno scelto come obiettivo del decennio la sfida educativa, consapevoli – insieme ai loro scerdoti – che non c'è evangelizzazione senza educazione integrale della persona e senza educatori autentici e convinti. Il Vangelo annuncia la redenzione ed eleva tutto l'uomo, promuove civiltà e cultura. Quel piccolo Bambino che vediamo in braccio alla Madonna che ci guarda affettuosa, è stato educato dalla Santa Vergine ed educa tutti noi. Tutti abbiamo sempre bisogno di essere educati e di educarci: nessuno è arrivato!

Card. Bagnasco - Omelia Solennità Festa Madonna della Guardia 29 agosto 2010
 

Leggi la versione integrale

La celebrazione delle Ceneri ci introduce nel cammino quaresimale verso la Pasqua. è tempo di preghiera, di penitenza, di riflessione. Il Vangelo di Matteo che ci viene proposto invita a compiere delle opere buone. Spinge ognuno a farsi prossimo dei fratelli, a donare del tempo, dello spazio, delle parole, dei beni a quanti si incontrano nel nostro cammino. Ma oltre ad elencare una serie di opere di carità, il brano evangelico mette in evidenza la modalità di compierle. A cominciare dalla discrezione, dalla semplicità, dal rifuggire ogni sorta di pubblicità o di autocompiacimento, è l'umiltà la virtù richiesta per fare la carità, non il vanto o l'orgoglio per essere riuscito a fare del bene.

L'obiettivo principale rimane quello di non ferire mai la persona che riceve del bene, di non farlo sentire a disagio. Così nella preghiera. Essa deve essere fiduciosa, costante, ma concreta. Il Signore conosce i nostri bisogni ed è pronto ad aiutarci. Occorre solo metterci nella disposizione di attendere tutto da Lui come grazia e di mettere in conto che potrebbe non concederci immediatamente quanto richiesto  in vista di un bene maggiore. [Nicola Gori - tratto da "La Domenica 9 marzo 2011]

 

CopertinaVerso il Congresso Eucaristico 2011

Domenica 28 novembre 2010, prima domenica di avvento, la Santa Messa dalla cattedrale di San Ciriaco presieduta da mons. Edoardo Menichelli verrà trasmessa su Rai Uno alle ore 11. Con tale celebrazione si dà ufficialmente inizio al cammino della Chiesa italiana verso il XXV Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà ad Ancona dal 3 all'11 settembre 2011.

17 ottobre Madonna di Fatima

 

La nostra parrocchia è da decenni devota alla Madonna di Fatima. Approfittiamo della ricorrenza per la riscoperta del Rosario

Fu un papa domenicano, S. Pio V, il primo a incoraggiare e a raccomandare ufficialmente la recita del Rosario, che in breve tempo divenne la preghiera popolare per eccellenza, una specie di "breviario del popolo", da recitarsi la sera, in famiglia, poiché si presta benissimo a dare un orientamento spirituale alla liturgia familiare.
Quelle "Ave Maria" recitate in famiglia sono animate da un autentico spirito di preghiera: "E mentre si propaga la dolce e monotona cadenza delle "Ave Maria", il padre o la madre di famiglia pensano alle preoccupazioni familiari, al bambino che attendono o ai problemi che già pongono i figli più grandi.
Questo insieme di aspetti della vita familiare subisce allora l'illuminazione del mistero salvifico del Cristo, e viene spontaneo affidarlo con semplicità alla madre del miracolo di Cana e di tutta quanta la redenzione" (Schillebeeckx). [da Santi e Beati]

LA PROCESSIONE sarà ALLE ORE 18

per permettere lo svoglimento del GrEst

il parcheggio dietro l'oratorio

!!! RIMARRA' CHIUSO !!!

da lunedì 30 al 4 settembre

Domenica 6 giugno - CORPUS DOMINI

"Il nostro Salvatore, nell'Ultima Cena, la notte in cui fu tradito, istituì il Sacrificio eucaristico del suo Corpo e del suo Sangue, onde perpetuare nei secoli, fino al suo ritorno, il Sacrificio della croce, e per affidare alla sua diletta Sposa, la Chiesa, il memoriale della sua morte e resurrezione, sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel quale si riceve Cristo, l'anima è ricolma di grazia e ci è dato il pegno della gloria futura". (Concilio Vaticano II N 47)

L’Eucaristia sarà seguita dalla Processione per alcune vie del nostro paese. Ma quale ne è il significato?
"Ne potremmo trovare diversi, ma uno in particolare pare essere molto pregnante e lo esprimerei così: l’Eucaristia è il Signore Gesù che, ripresentando per noi il dono che ha fatto di se stesso sulla croce, ci coinvolge in questo atteggiamento.
Noi, tuttavia, non siamo solo la nostra interiorità, ma anche le realtà di cui abbiamo bisogno per vivere, le nostre cose, le nostre case, le nostre strade."
[Mons. Luigi Manganini Vic.Ep. Dioc. Milano]

 

VITA DA PARROCO

“Beato chi non si scandalizza di me” (Mt 11,6)

 

Se il Parroco ha un volto gioviale, è ingenuo

Se è pensoso, è un eterno insoddisfatto.

Se è bello, “perché non si è sposato?”

Se è brutto, “nessuno l’ha voluto!”

Se va all’osteria, è un beone

Se sta in casa, è un asceta sdegnoso

Se va in “borghese”, è un uomo di mondo

Se veste la “tonaca”, è un conservatore

Se parla con i ricchi, è un capitalista

Se sta con i poveri, è un comunista

Se è grasso, non si lascia mancare niente

Se è magro, è un avaro

Se cita il Concilio, è un prete moderno

Se parla di “catechismo”, è un tridentino

Se il Parroco predica a lungo, è noioso

Se alla predica alza la voce, grida

Se parla normale, non si capisce niente

Se possiede una macchina, è mondano

Se non la si possiede, non segue il tempo

Se visita i parrocchiani, ficca il naso nelle loro cose

Se sta in canonica, non va a visitare i suoi parrocchiani.

Se chiede delle offerte, è avido di denaro

Se non organizza delle feste, la parrocchia è morta

Se trattiene i penitenti a lungo in confessionale, dà scandalo o è noioso

Se nel confessionale è svelto, non ascolta i penitenti

Se comincia puntualmente la Messa, il suo orologio va avanti

Se comincia un tantino in ritardo, fa perder tempo a tutti.

Se fa restaurare la chiesa, fa spreco di denaro

Se è giovane, è senza esperienza

Se è vecchio, è ora che se ne vada in pensione

E… se va altrove, in missione o muore,

chi lo potrà sostituire?

 

LA VOLPE

Una volpe, guardando la sua ombra al sorgere del sole, disse: <<Oggi, a pranzo, mangerò un cammello>>.

E trascorse l’intera mattinata alla ricerca di un cammello.

Ma a mezzogiorno vide nuovamente la sua ombra e disse: <<Un topo mi basterà>>.

 

 

Messa Zonale

MESE DI MAGGIO

 

 

lunedì  3 maggio

via Baiana presso casa Terrè

lunedì 10 maggio

via della Caccia presso Casa Simonetti

lunedì 17 maggio

via San Giovanni presso casa Giamagli

lunedì 24 maggio

via Brodolini presso casa Piersantelli

lunedì 31 maggio

via del Vaio presso casa Moretti

 

 

BENEDIZIONE DELLE CASE

(nel pomeriggio dalle 15 alle 18:30 e non in caso di pioggia)

 

    10 maggio: Via San Vincenzo

 

    11 maggio: Via Mucciolina

 

    12 maggio: Via Baiana

 

    13 maggio: Via dell'Industria

 

    14 maggio: Via dell'Industria

 

Le altre vie verranno programmate settimana per settimana, alla Domenica avviseremo le vie che visiteremo ogni settimana.

 

 

13 Maggio Festa Madonna di Fatima

Signora Nostra
e Madre di tutti gli uomini e le donne,
eccomi come un figlio
che viene a visitare sua Madre
e lo fa in compagnia
di una moltitudine di fratelli e sorelle.
Come successore di Pietro,
a cui fu affidata la missione
di presiedere al servizio
della carità nella Chiesa di Cristo
e di confermare tutti nella fede
e nella speranza,
voglio presentare al tuo
Cuore Immacolato
le gioie e le speranze
nonché i problemi e le sofferenze
di ognuno di questi tuoi figli e figlie
che si trovano nella Cova di Iria
oppure ci accompagnano da lontano.

Madre amabilissima,
tu conosci ciascuno per il suo nome,
con il suo volto e la sua storia,
e a tutti vuoi bene
con la benevolenza materna
che sgorga dal cuore stesso di Dio Amore.
Tutti affido e consacro a te,
Maria Santissima,
Madre di Dio e nostra Madre.

[Benedetto XVI a Fatima il 13/05/10]

 

sabato 8 maggio

Prima Confessione

Catechisti: FedericaF, GiadaD, NicolaP, SofiaS, ValentinaM, ClaudiaM

AlessiaP, AmbraP, AndreaF, AsiaC, AsiaP, ChiaraM, ChiaraR, Daniel, DavideM, DavideS, DiegoS, EliaF, Filippo, FilippoG, FrancescaP, GenjferS, GiorgiaF, GiorgiaM, GiuliaT, GioeleC, LorenzoG, MariaI, MarialunaP, MaryC, NicolaR, NicolasF, NoemiC, NoemiF, NoemiP, PamelaM, Paolo, RacheleM, SamueleB, SamueleT, SimoneD, SaraF, VeronicaC

 

VITA DI SANTA TERESA DEL BAMBIN GESU’

Dal giornale diocesano “PRESENZA” febbraio 2010

Un altro appuntamento, una opportunità per tutti coloro che, credenti e non credenti, vogliono essere a lezione di colei che dall’abbandono in Dio ne ha fatto scelta totale di vita.

La piccola urna con i resti di Teresa di Lisieux , le reliquie della giovanissima Carmelitana morta oltre cento anni fa, proclamata Dottore della Chiesa nel 1997 da Giovanni Paolo II, sarà per  quattro giorni in Ancona. Ancora una volta il nostro bel “ Bel San Ciriaco”, arrampicato sul Guasco, ospiterà un evento particolare, uno dei tanti che si perdono nella notte dei tempi di questa nostra storia millenaria.

Sarà un evento intensamente spirituale e il nostro mare farà da cornice come un abbraccio tenerissimo portato da sempre a queste sponde.

Teresa doveva essere minuta….Ce n’è una di lei, bambina di pochi anni, che resta nella memoria.

Teresa è molto bella, ma anche sorride  furbamente, come quei bambini che come ti distrai ne combinano una, certi però d’essere sempre riabbracciati.

No, io non muoio, entro nella vita”, sono state le sue ultime parole, e in quei giorni di pellegrinaggio su nella millenaria Cattedrale ci sarà tutto il tempo e il silenzio, per risentirle echeggiare.

Si c’è questo bisogno, profondamente umano, di toccare con le nostre mani. Teresa affronta il nodo del cristiano di oggi, la fede nella quotidianità, nella vita semplice di tutti i giorni.

Non so se Ancona si accorgerà del suo passaggio.

Ma non è importante; i santi passano e seminano, lasciano tracce che si vedranno dopo.

Teresa ci insegna la semplicità, e papa Giovanni Paolo II nel nominarla Dottore della Chiesa ha voluto dare un segno ai nostri tempi “La prima grazia, è già nell’arrivare a domandarla. E’ già nel riconoscersi bisognosi di chiederla”.

E’ comprensibile ancora, questa ragazza di cent’anni fa?

E’ fortemente comprensibile per i giovani, proprio per la sua semplicità, per la sua logica schietta e stringente.

Innamorarsi di Teresa del Bambin Gesù. Come?

Forse alla fine comprendere che come siamo abituati, con tutto questo analizzare, indagare, sottilizzare puoi anche rischiare di non capire niente.

E se anche capisci, non è detto che questo ti guarisca…..

Con Teresa si può comprendere la bellezza dell’abbandono a Dio, come di un bambino.

 

Programma del Tempo di Natale

15 dicembre: Inizio Novena

24 dicembre: S. Messa Natale ore 24:00

25 dicembre: Cristo si fa uomo per salvarci, accostiamoci a Lui mediante i sacramenti ed un maggior impegno di vita cristiana

26 dicembre: Sante Messe secondo l'orario festivo

31 dicembre: "Te Deum di Ringraziamento" ore 18:30

 

Invitiamo i ragazzi a mantenere viva la tradizione del presepe in famiglia, servirà molto a ricordarci il Mistero dell’Incarnazione, Dio con Noi!

 

Durante le imminenti feste natalizie cerchiamo di fare qualche piccola rinuncia; evitiamo almeno gli sprechi, ricordandoci di chi ha meno di noi: sono veramente tanti quelli meno fortunati di noi.

Festa della Famiglia

20° Anniversario degli Anniversari di  Matrimonio...

...non è come può sembrare un gioco di parole, ma è quanto si è celebrato l'8 dicembre scorso presso la nostra chiesa parrocchiale. Tutto, infatti, è iniziato nel "lontano" 1989 grazie a Maria Angela Ceccati che, da allora, ogni anno organizza questo momento di riflessione (e di festa) sulla "Promessa di Matrimonio". Tale riflessione è benefica sotto tantissimi punti di vista dai quali potrebbero esserne desunti due:

per le coppie stesse: quelle più giovani possono "toccare con mano" l'esperienza di quelle di più lungo corso e quest'ultime possono sentirsi ancor una volta in più utili (magari anche con un più che meritato pizzico d'orgoglio) per coloro che hanno intrapreso la loro stessa strada;

per tutti i partecipanti a questa festa, i quali hanno l'esempio di cosa sia un legame più forte del tempo, soprattutto in una società come quella odierna, in cui spesso in nome della libertà della propria persona si rompono facilmente i legami con le altre persone. Così, il "giogo" (dal latino jugum da cui cum-jugum e quindi coniuge) soave come quello tra due sposi, che a fronte di qualche sacrificio, dà la gioia della realizzazione e della procreazione, viene spesso preso con superficialità per la miope ricerca del proprio benessere e non quello della coppia. E questo è tanto più frequente quanto più questo rapporto non è vissuto alla luce della fede.

 Riunire, quindi, coppie (questo dicembre ne erano 29) con 5, 10, 15 anni di "anzianità" con quelle di 40, 50 o 55 permette ogni anno di dare una profonda testimonianza alla nostra comunità parrocchiale.

I coniugi presenti erano:

 

Nozze di Legno: 5 anni

Possanzini Moris e Monica

Trombettoni Roberto e Tania

Nozze di Stagno: 10 anni

Busilacchi Claudio e Tania

Cecchini Mirco e Barbara

Manara Emanuele e Silena

Petrucci Francesco e Pamela

Nozze di Cristallo: 15 anni

Pacetti Gianni e Tizia

Nozze di Porcellana: 20 anni

Santini Giovanni e Serenella

Nozze d’Argento: 25 anni

Mainardi Piero e Maria Novella

Lombardi Giancarlo e Rita

Pesaresi Doriano e Isabella

Nozze di Perla: 30 anni

Giacomini Paolo e Rita

Traversi Fausto e Adriana

 

Nozze di Corallo: 35 anni

Cartuccia Enrico e Fiorisa

Luconi Aldemiro e Graziella

Moretti Pietro e Maria

Traversi Aldo e Sandrina

Nozze di Rubino: 40 anni

Borsini Leonello e Rita

Pietroselli Valerio e Patrizia

Nozze di Zaffiro: 45 anni

Lucchetti Aldo ed Enrica

Natalini Antonio e Rita

Sabatinelli Cesino e Dina

Nozze d’Oro: 50 anni

Ferro Armando ed Assunta

Marconi Angelo e Teresa

Paolella Dario e Alessandra

Rosi Giancarlo e Gabriella

Nozze di Smeraldo: 55 anni

Moroni Celso e Maria

Pucci Nazareno e Rina

  Quest'anno, una felice coincidenza ha fatto sì che 3 coppie festeggiassero il loro anniversario insieme ai propri figli che a loro volta festeggiavano il proprio. Da menzionare, inoltre, che il ricordino dato dalla Parrocchia ad ogni coppia (oltre al bouquet ad ogni sposa) è stato un quadretto raffigurante la Madonna di Loreto Protettrice delle coppie con una speciale preghiera d'intercessione che è stata letta a fine Messa.

INCONTRO DI PREGHIERA DIOCESANO A POLVERIGI

Giovedì 3 dicembre dalle 18 presso la nostra parrocchia c'è stato l'incontro diocesano per i giovanissimi/ adolescenti a Polverigi che avrà per tema l'ADORAZIONE EUCARISTICA in preparazione al Congresso Eucaristico Nazionale del 2011 che si terrà presso la nostra diocesi!

La preghiera è stata condotta dai responsabili della diocesi, mentre l'animazione è stata curata dagli animatori del nostro oratorio!


Materiale da scaricare:

catechesi indovinelli la ricerca puzzle1 e puzzle 2

L'Arcivescovo Edoardo ha sottolineato quattro punti focali:

- l'aspetto spirituale, perché il Congresso Eucaristico è un atto di fede nell'Eucarestia;

- quello ecclesiale, perché è un evento di comunione per tutta la Chiesa italiana;

- quello sociale, perché l'Eucarestia, attuazione dell'amore di Dio verso gli uomini, guarda la società;

- quello culturale, perché occasione di riflessione teologico-pastorale sui temi del vivere umano.

VEGLIA MISSIONARIA

Il sabato 21 novembre nella Cattedrale di San Ciriaco alle 21 ci sarà la veglia missionaria presieduta dall'Arcivescovo mons Edoardo Menichelli e con la partecipazione del Coro Diocesano, Coro del Laboratorio Liturgico Musicale del Gen Verde, e Cori della Metropoli (Loreto, Jesi, Senigallia e Fabriano).

 Da "Presenza"

Un laboratorio liturgico-musicale con il Gen Verde "occasione entusiasmante per preparare ed eseguire della musica lavorando con chi
l'ha composta" quattro giorni, da giovedì 5 a domenica 8 novembre per vivere insieme "fino ad arrivare alla costituzione di un solo grande coro e orchestra"

SETTIMANA EUCARISTICA DAL 9 AL 14 NOVEMBRE

TURNI PER L'ADORAZIONE EUCARISTICA

 

Venerdì 13 Novembre 2009

 

Dalle ore  17.30 alle ore 24.00

 

DALLE ORE 17.30 ALLE ORE 18.30  IL GRUPPO DEL ROSARIO

DALLE ORE 20.00 ALLE ORE 21.00 IL GRUPPO DEI CATECHISTI

DALLE ORE 21.00 ALLE ORE 22.00 IL GRUPPO GIOVANI FAMIGLIE

DALLE ORE 22.00 ALLE ORE 23.00 IL GRUPPO DELL'ORATORIO + IL GRUPPO DELL'UNITALSI

DALLE ORE 23.00 ALLE ORE 24.00 IL GRUPPO DI AZIONE CATTOLICA

 

 

Sabato 14 Novembre 2009

 

Dalle 16.00          II Elementare con la catechista Cinzia

Dalle 16.15          III Elementare con la catechista Federica

Dalle 16.30          IV Elementare con la catechista Bruna

Dalle 16.45          V Elementare con la catechista Teresa

Dalle 17.00          I Media con la catechista Ilaria

Dalle 17.15          II Media con la catechista Orietta

Giovedì 12 novembre dalle 15.00              III Media con la catechista Gabriella

 

 

TI RINGRAZIO SIGNORE

Ai tempi di San Tommaso i sacerdoti non erano soliti celebrare la messa tutti i giorni, eppure quando non era impedito da una malattia, celebrava ogni giorno, e poi ascoltava, quasi come ringraziamento, la messa di qualche suo confratello. Si racconta che poi spesso si commovesse fino alle lacrime, e talvolta non riusciva neppure a proseguire la celebrazione.

Ti ringrazio, o Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, che, non certo per i miei meriti, ma per solo effetto della tua misericordia, ti sei degnato di saziare, col prezioso Corpo e col Sangue del Figlio tuo, il nostro Signore Gesù, me peccatore, indegno tuo servo.

Ti prego che questa santa comunione non sia per me un reato degno di pena, ma valida intercessione per ottenere il perdono. Sia essa per me armatura di fede e scudo di buona volontà. Sia liberazione dei miei vizi, sterminio della concupiscenza e della passione, aumento di carità, di pazienza, di umiltà, di obbedienza, di tutte le virtù; sicura difesa contro le insidie dei miei nemici tanto visibili quanto invisibili, assoluta tranquillità delle passioni carnali e spirituali, perfetto abbandono in te, unico e vero Dio, felice compimento del mio fine.

Ti prego affinché ti degni di condurre me peccatore a quell'ineffabile convito dove tu col Figlio tuo e con lo Spirito Santo sei luce vera ai santi tuoi, sazietà piena, gaudio eterno, gioia completa, felicità perfetta.

Amen.                                                                                   

                                                  San Tommaso d'Aquino

MEDITAZIONI PER L'ADORAZIONE EUCARISTICA


 


 


 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 PREGHIERA QUOTIDIANA

 Maria, madre di Gesù dammi il tuo cuore così bello, così puro, così immacolato, così pieno   d'amore e d'umiltà, affinché io possa ricevere Gesù nel pane della vita, amarlo  come tu lo hai amato e servirlo nelle sembianze sfigurate dei più poveri tra i poveri. Amen.

                                                                                                Beata Madre Teresa

 

Dal   Bollettino

Il Mondo

(Anna)

                                            Per la strada ho incontrato un ragazzo cieco

Mi son fermato a guardarlo e lui, come se potesse vedermi, mi si è avvicinato, mi ha sfiorato il viso con la mano.

Mi ha chiesto com'è il sole, ed io gli ho fatto sentire il suo calore.

Mi ha chiesto com'è la luna, ed io gliel'ho descritta.

Mi ha chiesto com'è il mondo, ed io, piangendo, gliel'ho inventato.

 Parrocchiale di novembre 2009

 Ho dipinto la Pace

(Tali Sorex, 13 anni israeliana)

Avevo una scatola di colori brillanti e vivi;

avevo una scatola di colori, alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti;

non avevo il nero per il pianto degli orfani;

non avevo il bianco per le mani ed i volti dei morti;

non avevo il giallo per le sabbie ardenti dell'odio.

Ma avevo l'arancio per la gioia della vita,

ed il verde per i germogli ed i nidi,

ed il celeste per i chiari cieli splendenti,

ed il rosa per il sogni ed il riposo.

Allora mi son seduta ed ho dipinto la pace.

 

OTTAVARIO DEI MORTI

La settimana dedicata alla commemorazione dei defunti sarà arricchita dalla celebrazione delle S. Messe delle 18:30 da parte di un missionario Saveriano.

 

 

Programma

 

 

Tutti giorni Rosario e S. Messa alle ore 18:30

 

Domenica 18 ottobre 2009

9:00    Santa Cresima

11:00  S. Messa

18:00  Solenne Processione per le vie del paese

19:00  S. Messa

 

il paese verrà illuminato e presterà servizio il corpo bandistico di Polverigi

 

 

Festa della Madonna di Fatima

dal 12 al 18 ottobre